La Legge n°75-534 a favore delle PcD ha rappresentato per 30 anni il quadro legislativo di riferimento (valutazione delle disabilità, istruzione, accessibilità). E’ stata rinnovata nel 2002 migliorando la gestione delle strutture e dei servizi sociali e medico-sociali L’Atto dell’11 Febbraio 2005 fornisce una nuova definizione di disabilità. Dall’emanazione di questo Atto è stato dato riconoscimento anche alla disabilità mentale. L’Atto è basato sul principio della libera scelta del progetto di vita: è stato previsto un beneficio economico per far fronte all’uso di risorse tecniche e umane dovuto alle disabilità.
Istruzione
Nel 2019, il numero di studenti con disabilità nelle scuole francesi era di 361.000. Nonostante gli sforzi fatti per promuovere l’inclusione, le associazioni sottolineano le carenze persistenti nelle misure poste in essere sia in termini umani che economici. Molti studenti ricevono supporto part-time durante la scuola mentre altri si trovano senza soluzioni.
Impiego/ Eguaglianza economica
Dall’Atto per le Disabilità del 2005, le politiche per la promozione dell’integrazione delle PcD si sono moltiplicate, tuttavia gli obiettivi indicati nel testo sono ancora lontani dall’essere raggiunti. Nel 2019, il tasso di disoccupazione delle PcD era del 18%. L’impiego nel settore pubblico è leggermente migliore (5.6%) del privato (3.5%). Nuove misure sono state recentemente aggiunte al panorama legislativo, in particolar modo con la votazione di una legge “per la libertà di scegliere il proprio futuro professionale”.
Vita sociale e Accessibilità
Il 67% dei 12 milioni di PcD lamenta la scarsa accessibilità nel luoghi pubblici e dice di avere difficoltà ad andare in giro a causa delle scarse infrastrutture e mancanza di rampe. Per porre fine all’inaccessibilità degli spazi pubblici le associazioni richiedono misure stringenti ed una forte leadership politica per migliorare le strutture concordemente a quanto previsto dalla Legge per Le Disabilità del 2005.
La Francia ha ratificato diversi strumenti regionali ed internazionali in tema di diritti umani. Circa nel 2010 ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle Persone Con Disabilità.
Il Governo ha costituito il Difensore per i Diritti umani che, insieme alla commissione Nazionale garantisce il Consiglio Consultivo per i Diritti Umani (CNCDH), il Consiglio Francese delle Persone su temi Europei ed Internazionali (CFHE) e il Consiglio d’Europa, il Comitato Consultivo Nazionale per Disabili (CNCPH), e il monitoraggio dell’applicazione della Convenzione nel quadro dei comitati di monitoraggio. Lo Stato, rappresentato dal Segretariato Generale della Commissione Interministeriale per le Disabilità (CIH), partecipa ai lavori.
Hello-handicap è il primo salone digitale di collocamento – su internet e i-phone – dedicato alle PcD. Sotto il patronato di Sophie Cluzel, questo salone rappresenta uno strumento essenziale in termini di accesso all’impiego delle PcD e infatti contribuisce a creare una società più inclusiva e incoraggiante.
Droit Pluriel ha intrapreso un processo in cui i giudici, gli avvocati, i cancellieri, gli assistenti del giudice i conciliatori e tutti i professionisti nel settore hanno cooperato nell’elaborazione degli strumenti educativi del kit “Giustizia e DIsabilità” Un manuale, una guida pratica e tre brevi filmati per agevolare il modulo “Disabilità” che sarà incluso che sarà incluso nel programma formativo dei professionisti medesimi.
La biblioteca Grands Caractères ha aperto le porte al 5th distretto di Parigi. E’ la prima in Francia dedicata a persone con difficoltà visive. Queste ultime erano costrette ad ordinare testi solo via mail o tramite catalogo. Erano private del beneficio di poter passeggiare tra i testi né avevano la possibilità di avere il parere degli addetti ai testi.
4. Good Design Playbook – Strumenti di Desgin inclusivi da applicare a qualunque settore (2020)
Il Good Design Playbook è il risultato del lavoro di oltre 60 partecipanti: terapisti occupazionali, professionisti CNSA ma anche assistenti delle PcD. Questa esperienza è importante per ripensare l’innovazione in un modo più inclusivo. Ovviamente il fatto che persone affette da disabilità prendano parte direttamente al design degli oggetti da utilizzare nella vita di tutti i giorni rende possibile individuare i bisogni specifici ma reali connessi al loro uso creando oggetti che possano essere utilizzati da tutti nessuno escluso